Concerto di Pasqua 2022: Stabat Mater di G.B. Pergolesi

1. Stabat Mater – Grave
2. Cujus Animam – Andante
3. O Quam Tristis – Larghetto
4. Quae Moerebat – Allegro Moderato
5. Quis Est Homo – Largo, Allegro
6. Vidit Suum – Tempo Giusto
7. Eja Mater – Allegro Moderato
8. Fac Ut Ardeat – Allegro
9. Sancta Mater – Tempo Giusto
10. Fac Ut Portem – Largo
11. Inflammatus – Allegro
12. Quando Corpus – Amen – Largo e Allegro

Alla fine del 1734 Giovanni Battista Pergolesi fu incaricato da una nobile confraternita napoletana di riproporre il testo Stabat Mater in sostituzione della composizione di Alessandro Scarlatti, morto nel 1725. Anche in questo caso il lavoro doveva essere limitato a due voci, riflettendo la natura intima della devozione musicale. A pochi anni dalla sua composizione, l’ambientazione dello Stabat di Pergolesi era conosciuta in tutto il mondo musicale, a prescindere dai confini confessionali. Nessun altro brano musicale è stato stampato e copiato così frequentemente nel XVIII secolo.

Dopo aver consultato diversi manoscritti ed edizioni, abbiamo scelto di eseguirlo con le voci di Soprano e Mezzo Soprano solisti (l’equivalente del francese dessus e bas-dessus) ed un Coro suddiviso in due parti, poiché il coro può svolgere un ruolo concreto nella narrazione di un testo così potente e struggente.

Una produzione ambiziosa da parte del nostro Liceo Musicale che i nostri allievi hanno accolto con entusiasmo e serietà, impegnandosi molto duramente nello studio di una partitura irta di insidie musicali ed interpretative: sia le soliste ed il Coro, preparati dal prof. Antonino Mistretta, sia l’Orchestra d’Archi, preparata dal prof. Paolo Lombardo, hanno raggiunto, senza tema di smentite, un alto livello tecnico e musicale.

Un particolare ringraziamento alla prof.ssa Antonella Infantino ed al prof. Alberto Fidone che supportano, con la loro costante e preziosa presenza, rispettivamente il Coro e l’Orchestra.


Stabat: per saperne di più

Il programma dei concerti si completa con l’esecuzione della Sinfonia in si minore per archi e basso continuo “Al Santo Sepolcro”, RV 169, di Antonio Vivaldi, nei tempi Adagio molto e Allegro ma poco.
Nella tonalità minore, l’Adagio molto trascorre quasi compostamente dall’indicazione di piano a quella di pianissimo. Segue l’Allegro ma poco che si estrinseca essenzialmente in una doppia fuga marcata dalla sottolineatura del dramma di cui è permeata quest’opera sin dall’idea enunciata dai violini primi, e che si esplicita in una quarta discendente per moto cromatico, secondo una formula frequentemente adottata nel 700 a proposito del clima espressivo della Passione.